11 maggio 2018

MEMME BEVILATTE SALVATA DA TERESA Una storia di salvezza e speranza durante l’occupazione tedesca, di Italo Arcuri a cura di Vincenzo Capodiferro


MEMME BEVILATTE SALVATA DA TERESA
Una storia di salvezza e speranza durante l’occupazione tedesca, di Italo Arcuri

Memme Bevilatte salvata da Teresa” è una storia vera, raccontata e documentata dal giornalista e scrittore Italo Arcuri, pubblicata dalla Casa Editrice Emia, Morlupo 2018. Italo Arcuri nasce a Sant’Agata di Esaro, in provincia di Cosenza, nel 1967. Trai suoi lavori ricordiamo: La città alla rovescia (2000); Il corpo di Matteotti (2013); Il rifiuto (2016); Ambrogio Donini e la storia delle idee (2016); Minute di passaggi di tempo (2017). Teresa Giovannucci era nata a Fratte Rosa il 29 luglio del 1912. Faceva la domestica nella casa del rabbino Marco Vivanti e di Silvia Terracina, che era maestra a Roma. Quando anche Mussolini aderisce al programma nefasto e genocida nazista con le Leggi Razziali nel 1938 e successive persecuzioni, tutta la famiglia Vivanti, con le figlie Enrica ed Emma, madre di Memme, con il marito Alessandro Dell’Ariccia, ed altri si trasferiscono presso la casa di Riano. Teresa aveva sposato Pietro Antonini. Il vero nome di Memme era Miriam Dell’Ariccia. Era nata il 29 ottobre del 1941. Otto ebrei rimangono in un retrobottega nascosto della casa di Teresa dall’ottobre del 1943 fino al 6 giugno del 1944, quando Riano viene liberata dagli americani. Teresa e Pietro nel giugno del 1993 sono nominati “Giusti tra le nazioni”. Italo Arcuri con un taglio particolarissimo che sta tra il giornalista, lo storico ed il romanziere, ci racconta un fatto avvincente, ma vero, toccante, di questa bambina, Memme. Memme come Mosè, viene salvata dalle acque. Mosè è sia il salvato che il salvatore: colui che salva il popolo dalla schiavitù d’Egitto. È una piccola goccia che si perde nel mare della Shoah: «Shoah in ebraico significa catastrofe, desertificazione, distruzione. È un termine sgradevole e ripugnante, che rimane chiuso ed insensibile persino nella pronuncia. Ha però un significato ben preciso, che ha a che fare con la persecuzione nazista del popolo ebraico già a partire dall’inizio del 1937…. Esseri umani. Uomini, donne eliminati, cancellati dalla faccia della terra solo perché “ebrei”. Cinque-milioni-ottocento-sessanta-mila». Così ci descrive Italo in poche, ma significative battute, questo fenomeno ripugnante. Ma ogni goccia è preziosa per arricchire il mare della memoria: per non dimenticare! Questo ricordo è opportuno soprattutto oggi, quando i venti di destra soffiano da est e come turbini travolgono l’Europa. Tornano i nazionalismi. Tornano le guerre di religione. Così notava il grande Bobbio prima di morire. Ed è proprio così. La Storia molte volte soffre di uno strano complesso, che potremmo definire di Cassandra, la profetessa della Verità: quando dice il vero non viene creduta, quando, invece, accadono le catastrofi tutti insorgono contro di lei: maestra di sventure! uccello del malaugurio! Ecco l’impotenza della storia: è la volontà di impotenza, non la volontà di potenza che ci guida. Il popolo si rende impotente di fronte alle trasformazioni storiche. La storia di Memme si intreccia con la storia d’Italia e con la storia del Mondo, potremmo dire l’onto-storico si fonde col filo-storico. Durante la guerra torna in Italia la propaggine dello spauracchio di una irrisolta, irrisolvibile Questione Meridionale. Nord e Sud sono divisi, proprio come oggi: il Sud giallo, il Nord Verde-blu. La nuova bandiera d’Italia (giallo-verde-blu) rispetta profondamente questa divisione storica. Per diciannove mesi, dal settembre del 1943 all’aprile del 1945, l’Italia rimane divisa: il Nord subisce l’occupazione tedesca coi repubblichini di Salò, il Sud rimane in mano dei badogliani. Al Nord si assiste alla stagione aurea della Resistenza armata. La Resistenza inizia col delitto Matteotti e finisce col 25 aprile. Viviamo una nuova stagione del Risorgimento: l’Italia deve essere liberata! La storia di Memme si staglia proprio in questo periodo particolarissimo. Riano si trova nella zona di confine. Verrà liberata solo nel tardo ’44. “Memme Bevilatte salvata da Teresa” ci offre uno spaccato interessantissimo e ci mostra un’Italia dal doppio volto, madre e matrigna, come una natura leopardiana: una madre persecutrice ed una madre salvatrice. «Il libro» di Arcuri «racconta,» - come si legge nel primo capitolo - «allo stesso tempo – e paradossalmente – di un odio e di un amore, di un disprezzo e di un affetto, di un rifiuto e di una tolleranza. L’odio, il disprezzo e il rifiuto di chi ha dichiarato e mosso guerra agli ebrei e il coraggio di chi, eroicamente, a questa proclamazione di guerra, ha saputo opporre, sempre e soltanto, amore, affetto e tolleranza». L’Italia stessa è una mamma, nutrice ricca di latte, che ha nutrito generazioni e generazioni. La patria è madre e padre. Donne e uomini come Teresa, salvando Memme, salvano l’Italia dal duro giudizio della Storia. Per questo dobbiamo ammirare questi eroi, che provengono dal popolo. «Pietro muore il 4 luglio 1990, Teresa sette anni dopo, il 22 novembre 1997. Marito e moglie, fianco a fianco, sono seppelliti nel cimitero di Riano». «Memme Bevilatte, ovvero Miriam Dell’Ariccia, classe 1941, ha tre figli e sei nipoti, ed è tra noi a testimoniare la sua storia e quella di Teresa e Pietro».
Vincenzo Capodiferro

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