10 aprile 2018

IT di Stephen King recensito da Miriam Ballerini

 IT                                                                                   di Stephen King
(c) Sperling & Kupfer editori spa 1990- super best seller
ISBN 88-7824-081-8  86-I-93  Pag. 1238  €8,00

Per la terza volta ho riletto questo libro che è uno dei capolavori assoluti di King. Ho voluto rileggerlo dopo aver visto il nuovo film appena uscito, dopo la ristampa del romanzo avvenuta lo scorso 2017.
Anni fa fu fatta una prima versione, divisa in due puntate, del film che narrava le vicende di IT. Non spaventava particolarmente, ma aveva una grande attenzione a tenerezza nei confronti dei personaggi.
Il nuovo film, sicuramente più ricco di effetti speciali e con un clown più spaventoso, avrà maggior effetto su un pubblico sensibile, ma manca totalmente di tutto quanto troviamo nel romanzo. Da qui la mia decisione di riprenderlo in mano e di rituffarmi nella Derry, città del Maine, dove avvengono le avventure di questi sette ragazzini, e della loro lotta contro il male.
IT è un clown, o perlomeno così si presenta a chi ha la sfortuna di incontrarlo. Adesca bambini, li uccide, li mangia. Poi si addormenta per circa 27 anni, prima di ricominciare un nuovo ciclo di omicidi.
Ma IT è ben più di questo: è il male che si annida nelle fogne, sotto la città. Che s’impossessa delle persone, rendendole cattive, sue complici.
Raccontare in poche righe quanto è descritto in un libro di oltre mille pagine, come ben potrete capire, non è semplice, forse nemmeno giusto; ma di certo impossibile.
Troviamo sette ragazzini di undici anni che, per una serie di motivi, si ritrovano a unirsi per combattere il male e, oltre questo, difendersi anche dai ragazzi più grandi, i bulli che sempre più si spingono verso una via di non ritorno, completamente al servizio di IT.
Bill, balbuziente, al quale IT uccide il fratellino Gerorgie. Il più motivato nel volerlo morto. I suoi genitori, dopo la morte del figlio più piccolo, è come se non ci fossero più nemmeno per lui.
Ben, obeso, orfano di padre.
Beverly, il cui padre la picchia e che finirà per sposare un uomo violento.
Stanley, ebreo.
Richie, il buffone della compagnia.
Mike, un ragazzo di colore, per questo continuamente vessato da Herry e dalla sua banda di bulli, anche se, in realtà, tutti loro sono le sue vittime preferite, chi per un motivo, chi per l’altro.
Infine Eddie, con una madre che lo convince che lui sia malaticcio, per meglio poterlo legare a sé. Un problema che si porterà anche nella vita adulta, sposando una donna tale e quale alla madre.
Uniti, loro sette, il numero fortunato, feriscono gravemente IT, pensandolo morto. Si ripromettono a
vicenda che, qualora non fosse morto, sarebbero tornati.
La vita li porta altrove, facendo loro scordare tutto ciò che è accaduto a Derry. Solo Mike rimane nello stesso posto, quasi che sia lui il guardiano predestinato rimasto di vedetta.
Infatti, il ciclo ricomincia e lui si vede costretto a richiamare i vecchi amici perché: IT è tornato.
Solo Stanley non si presenterà, perché, subito dopo la telefonata dell’amico, si suicida.
Adulti, senza più la magia della loro infanzia, un poco spaesati e impauriti, riscenderanno nelle fogne per ingaggiare la lotta definitiva contro il mostro.
Il romanzo si alterna fra scene del 1958 quando i sette erano solo ragazzini, e il 1985, quando adulti rivivranno e ricorderanno tutto quanto è accaduto, preparandosi ad affrontare ancora una volta il volto senza maschera di IT.
Al di là del racconto horror che King dice, in una intervista recente, aver immaginato durante il tragitto a piedi di cinque chilometri che aveva dovuto affrontare una volta che era rimasto in panne; troviamo l’amicizia, quella vera. Tante e tante scene di una infanzia che, proprio con la sua caratteristica di superare anche il male peggiore, fa diventare cose serie che un adulto non saprebbe affrontare, delle avventure che quasi non lasciano il segno.
Un libro che è assolutamente da leggere, perché ricco. Genialmente ricco.

© Miriam Ballerini

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