20 dicembre 2017

SLEEPING BEAUTIES di Stephen e Owen King recensito da Miriam Ballerini

  SLEEPING BEAUTIES                             di Stephen e Owen King
(c) 2017 Sperling & Kupfer
ISBN 978-88-200-6326-9  Pag. 652 € 21,90

Per questo nuovo lavoro, King ha scritto a quattro mani col figlio Owen, anche lui scrittore. La fantasia dei due, unita, ha prodotto questo romanzo fantasy, dai tratti horror, dal quale non mancano linee che riportano a quel problema sociale di cui spesso sentiamo parlare ai vari tg: la violenza sulle donne.
Che succede a queste “belle addormentate”?
La città dove si snoda la vicenda è Dooling, West Virginia. I protagonisti lo sceriffo Lila e il marito, lo psichiatra Norcross che lavora nel carcere del paese.
Tutto ha inizio quando una tizia si presenta nel bosco, massacrando a mani nude due uomini. È una creatura che, fin da subito, pare venire da un altro mondo. Viene arrestata.
Da quel momento le donne che si addormentano, vengono imbozzolate da una fitta ragnatela. Se qualcuno tenta di rompere quello strano involucro, come belve assettate di sangue, uccidono, per poi tornare a dormire.
Le donne del paese cercano di rimanere sveglie il più possibile, spesso facendo uso di droghe ed eccitanti, ma, inevitabilmente, il sonno ha la meglio.
L’unica donna che si addormenta e si sveglia normalmente, è proprio la detenuta che ha ucciso i due nei boschi. Ha dato come nome Evie  Black. Delle falene la circondano e riesce, tramite gli animali, a vedere dai loro occhi, facendosi obbedire.
Da qui il romanzo si divide in diverse direzioni: le donne addormentate si ritrovano a vivere in una Dooling alternativa, dove c’è solo solidarietà e aiuto reciproco.
Nel mondo “normale” invece, ecco che gli esseri umani rimasti, tutti uomini, mostrano il loro lato peggiore. Chi dando fuoco ai bozzoli, uccidendo di fatto le donne inermi.
Non mancano mai, negli scritti di King, i “bulli”. E anche qui c’è questo tizio, amante degli animali, ma che non riesce a gestire la rabbia. Fautore di un attacco al carcere femminile per catturare Evie Black e sottoporla, a suo dire, a dei test per capire come mai lei sia l’unica sveglia.
Le forze del bene e del male si scontreranno a tutti gli effetti. A un certo punto quasi inducendoci a pensare che le donne siano il bene, gli uomini il male. Che la violenza appartenga solo ai maschi.
Saranno le donne che dovranno scegliere se tornare o meno nel mondo normale così come lo hanno sempre conosciuto, oppure rimanere in quella realtà alternativa dove non ci sono mariti e padri violenti. Ma, ecco qui la piega più logica: non ci sono nemmeno quei figli, quei mariti e quei padri che sono stati adorabili e che hanno amato. Mentre altri decidevano di scegliere la via della violenza.
Il tramite, tra un mondo e l’altro, un albero stranissimo, dove un serpente, una tigre e una volpe ne sono a guardia.
Un buon libro, dove si può decidere la propria chiave di lettura: divertente nel seguire la storia. Oppure riflessiva per la piega sociale che implica. Oppure, ancora, assolutamente partigiana nello schierarsi da una parte o dall’altra.
Quello che è certo è il monito lanciato all’inizio: “Non svegliare le belle addormentate”.
Scrive il Publishers Weekly: “Questa bella prima collaborazione tra Stephen King e il figlio Owen è un romanzo che mescola horror, fantasy e realtà immaginando quello che potrebbe succedere se tutte le donne si addormentassero. La scrittura scorre senza ostacoli e l’azione sfreccia come un treno in corsa”.

© Miriam Ballerini

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