25 maggio 2015

Il frutto di Licia a cura di Gipsy

Il frutto di Licia
Sbucando da una stradina stretta, oscura, fiancheggiata da edifici sgretolati, ci si ritrova nella piazza, gremita di passanti, sulla quale si affaccia il monastero tinteggiato d’ocra. Nell’aria si disperde il tintinnio di campanelle e scacciapensieri, appesi agli angoli intarsiati, ricciuti, del tetto a pagoda.
Una volta saliti i gradini d’accesso al luogo sacro, un monaco avvolto in una veste porpora, invita i fedeli a deporre fiori e a bruciare un bastoncino d’incenso sull’altare. La divinità realizzata in oro e arricchita di pietre preziose, sorride agli astanti, rapiti dalla eco del radong e dalle vibrazioni dei tamburi.
In fondo al salone, tappezzato da drappi variopinti, una porticina di legno, si apre su un campo di terra scura, ricamato da fila verdeggianti di arbusti di bacche di Goji.
Le bacche rosse, dalla forma allungata, sono i frutti di una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae, che punteggia le vaste distese himalayane, della Mongolia, del Tibet e in qualche zona della Cina.
Conosciute per le loro proprietà antiossidanti, le bacche di Goji, dette anche frutto di Licia, sono in vendita presso il negozio di Chiara Coin, Biocelia di Villa Guardia.
Per saperne di più, è possibile consultare la naturopata Cattaneo Alessandra al sito benesseresecondonatura.com 


Gipsy

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