17 marzo 2014

Amabili resti di Alice Sebold




AMABILI RESTI                  di Alice Sebold
© Edizioni E/O 2002 dal mondo.
ISBN 88-7641-513-0    Pag. 371  € 18,00

Prima di avvicinarmi a questo libro, ne sono stata attratta per aver visto una trasposizione teatrale, quindi il film.
La storia mi piaceva molto, soprattutto per l’originalità di far raccontare gli avvenimenti da una vittima deceduta.
È un libro che, se appassionati del genere, lo si legge presi letteralmente per mano dalla protagonista: la piccola Susie Salmon di 14 anni, stuprata e uccisa dal suo vicino di casa.
Susie si trova in Cielo, un cielo che ripropone ciò che si desidera: la casa, i luoghi, i mobili… e, da
lassù, si può continuare a seguire la vita delle persone care lasciate, in questo caso brutalmente, a
se stesse.
Molti i particolari che emergono leggendo il libro e che, nel film, non vengono citati: le emozioni di Susie, lasciate in sospeso. Il suo primo bacio e lei che non diverrà mai adulta, che mai proverà esperienze, emozioni, sensazioni che sua sorella Lindsey sta sperimentando. E lei, lì accanto, ne è felice e le raccoglie come sue.
Inevitabilmente, per le persone che rimangono vive, le cose continuano ad accadere e, per ognuno, assimilare il concetto della scomparsa e della morte della ragazza, è un percorso intimo e personale.
Il padre impazzisce di dolore, quasi non accorgendosi che ha al fianco un’altra figlia e un figlio più piccoli, che comunque continuano ad esserci e ad avere bisogno di lui.
Il fratellino che, troppo piccolo, chiede dov’è Susie e che, una volta adulto, affronterà tutto in modo più maturo.
La sorella che procede e si rende conto di essere viva, che questo non è una colpa.
La madre che trova rifugio nelle braccia del poliziotto che segue le indagini; abbandonerà la famiglia, per poi tornarci.
E, protagonista quasi invisibile come il suo personaggio: George Harvey, il serial killer. Susie è solo una delle tante vittime di quest’uomo dall’apparenza insignificante. Che quasi non lo si nota, ben integrato nel tessuto sociale, gentile e cortese. Un anonimo costruttore di case di bambola.
Nel romanzo troviamo anche il suo punto di partenza, il perché un bambino possa crescere diventando un mostro.
E, non da ultima, Ruth, amica di Susie che riesce a vederla, a sentirla.
Tanto che un giorno il Cielo, concede che le due si scambino i loro corpi: Ruth riesce così a entrare in comunicazione con l’Aldilà, riuscendo a incontrarsi con le donne delle quali ha “sentito” la presenza dopo la loro morte violenta. Susie, invece, riesce a fare l’amore col suo primo e unico ragazzo, sentendo così, cosa avrebbe provato da viva, se fosse cresciuta.
È complesso come libro, anche se cerca di spiegarci cose difficili in modo semplice. Unica pecca qualche passaggio un po’ contorto, poco comprensibile.
In fondo al libro troviamo una piccola nota biografica sulla scrittrice: il suo primo libro parlava dello stupro che aveva subito nel 1981.
Ho trovato dolorosamente stupendo che non ci sia odia nel suo scrivere, ma solo il desiderio di avvertire, di mostrare le conseguenze, di condividere come il male crei il male.

© Miriam Ballerini

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