21 settembre 2013

Caro Caino di Ignacio Garcìa-Valino


 
CARO CAINO
                                di Ignacio Garcìa – Valiňo

© 2010 Edizioni Piemme  ISSN 1724-7624
€ 6,50 Pag. 431

 
Un romanzo intrigante: una pericolosa partita a scacchi tra il bene e il male” Non a caso si parla di scacchi nella critica del fatto quotidiano. Il gioco c’entra molto in questo romanzo, sia a livello di veri e propri tornei, ma anche con un senso più recondito di lotta fra il bianco e il nero; fra il buono e il cattivo.
Lo scrittore, vincitore di prestigiosi premi letterari spagnoli, è anche uno psicologo dell’età evolutiva. In questo libro troviamo perfettamente miscelate la sua capacità d’introspezione: le cognizioni psichiatriche, i profili psicologici dei personaggi, uniti a una capacità di scrittura fluida, ricca di immagini figurate. Con frasi sorprendenti e che catturano chi legge.
Inoltre, e questo non è da tutti, scrive di cose difficili, tecniche, ma così ben amalgamate al racconto da risultare di semplice lettura e per niente pedanti.
Julio è uno psicologo e un giorno viene chiamato dall’amico Carlos preoccupato per il suo figliolo di 12 anni, Nicolàs.
Nico sembra non nutrire emozioni, è sadico con gli animali, cattivo coi genitori, chiuso.
Julio viene subito attratto da questo incarico, perché convinto che, sempre, dietro al male ci sia un percorso formativo ed emotivo che possa influenzare una vita e portare in quella direzione.
La sua sorpresa è scoprire che Coral, la moglie di Carlos, altri non è che una sua vecchia fiamma.
Tra problemi personali e la psicoterapia che instaura verso il ragazzo, Julio, maestro di scacchi, pensa di coinvolgere il ragazzo nei tornei, per spiegargli, attraverso il gioco, regole di vita, di educazione, di rispetto.
Inquietanti colpi di scena accompagnano tutto il libro. E chi legge non comprende, se non fino all’ultimo, dove lo scrittore voglia andare a parare.
A un certo punto lo psicologo rischia di essere trascinato a fondo da questo ragazzino che è l’immagine dell’innocenza.
Alla fine, quale sia la conclusione del libro, si ha comunque l’impressione di avere viaggiato all’interno di una storia psicologica che ci ha fatto capire che si arriva alla crudeltà, alle cattive azioni, comunque per un motivo. Come in questo caso nel quale il ragazzo si sente rifiutato dal padre.
Come dice Julio: «Non tutto il bene è buono e non tutto il male è cattivo».

 

© Miriam Ballerini

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