13 maggio 2012

La disoccupazione in Europa: la ricetta della commissione europea



LA DISOCCUPAZIONE IN EUROPA :
LA “RICETTA” DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Puntare su tecnologia, sanità e green economy
  



“Siamo la prima generazione a non avere più la certezza che i nostri figli staranno meglio di noi.” E’ grido d’allarme lanciato a Strasburgo dal Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Un Sos lavoro tanto più drammatico se rapportato ai livelli record di disoccupazione in Europa, oltre l’11%, e alle prospettive economiche per i prossimi mesi. Una situazione di grande precarietà resa più grave dalla latitanza di un’Europa unita e politicamente forte, capace di progettare un proprio modello di sviluppo sociale ed economico.
Per fronteggiare questa crisi occupazionale la Commissione europea, lo scorso 18 aprile, ha presentato un “pacchetto occupazione” con una serie di misure per favorire il lavoro in tutta la comunità europea. Chiare le indicazioni fornite agli Stati membri: incoraggiare le assunzioni, favorire la dinamicità dei mercati del lavoro interni, incentivare l’investimento nella competenze, creare un mercato del lavoro Ue.
La proposta di Bruexelles ribadisce la necessità di una più forte dimensione occupazionale e sociale nella governance europea e delinea nuove strategie per coinvolgere maggiormente i rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori nella definizione delle priorità dell’Unione. In questa direzione, la proposta identifica anche gli ambiti che presentano le migliori prospettive occupazionali per il futuro: l’economia ecocompatibile, i servizi sanitari e le ICT (Information and Comunication Technology). Si prevede la creazione di 20 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni!
Il “pacchetto occupazionale” presentato dalla Commissione mira a sollecitare gli Stati membri a rafforzare le proprie politiche nazionali per l’occupazione, attraverso la mobilitazione delle risorse esistenti e la cooperazione con le parti sociali per stimolare il mercato del lavoro negli ambiti indicati. In particolare, vengono rivolte agli Stati dell’Unione una serie di proposte affinchè:
a)pongano in atto le condizioni per stimolare la creazione di posti di lavoro e la domanda di manodopera, offrendo sussidi alle assunzioni nel caso di nuovi posti di lavoro, spostando il carico fiscale dalla tassazione che grava sul lavoro alle tasse ambientali oppure sostenendo l’avvio di nuove imprese;
b)si migliori la pianificazione e la previsione delle necessità di manodopera nella sanità per equilibrare la domanda e l’offerta di operatori sanitari;
c)valorizzino gli ambiti che presentano potenzialmente grandi prospettive occupazionali per il futuro, come la green economy, includendo questo settore nei Piani nazionali per l’occupazione e accrescendo la conoscenza delle abilità richieste in questo ambito;
d)promuovano una manodopera altamente qualificata nelle ITC sviluppando le competenze digitali fra tutta la forza lavoro.
L’obiettivo di fondo rimane quello di rendere i mercati più dinamici e meglio reattivi al cambiamento economico attraverso una maggiore flessibilità interna, salari sostenibili e soluzioni atte a prevenire il ricorso ai contratti non standard. La Commissione europea sottolinea inoltre la necessità di offrire effettive opportunità per i giovani nonché di sviluppare l’apprendimento permanente che è un elemento chiave per la sicurezza dell’occupazione e per la produttività. In funzione della creazione di un vero e proprio mercato del lavoro Ue, per migliorare la mobilità del lavoro c’è l’impegno comunitario a rimuovere gli ostacoli giuridici e pratici che si frappongono alla libera circolazione dei lavoratori, tra cui il miglioramento della portabilità delle pensioni, il trattamento fiscale dei lavoratori transfrontalieri.
“Gli Stati membri, ha dichiarato il Presidente Barroso, devono saper cogliere queste opportunità, impegnandoci insieme, possiamo farcela”. La sfida è lanciata. Auguri, Europa!


Antonio Laurenzano

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