03 aprile 2012

Fotografare la santità di Gaetano Mastrorilli

FOTOGRAFARE LA SANTITA’
Padre Pio negli scatti di Gaetano Mastrorilli
di Antonio V. Gelormini



Strumento e artefice di fede. Prescelto per “immortalare” la speranza, l’anelito di devozione, l’abbraccio amorevole e sorridente della carità. Chissà quante volte, Gaetano Mastrorilli, si sarà posto la medesima domanda: “Perché proprio io?”, cosa rende tanto degni da diventare il fotografo ufficiale di un santo come Padre Pio?
Questa è la storia di un’esperienza unica. La raccolta di documenti e fotogrammi destinati a sopravvivere nel rosario infinito della riproduzione di un culto, con i riflessi suggestivi e familiari di una città (Bari) che, scatto dopo scatto, trasforma il suo abbraccio in una lunga carezza al mare che la bagna e all’orizzonte largo che tiene vivi sogni, speranze e ambizioni dei suoi abitanti.
Il tutto raccolto nell’eleganza grafica di un libro, “Il Fotografo, il Santo e la Città”, Padre Pio negli scatti di Gaetano Mastrorilli, a cura della figlia: Patrizia Mastrorilli, edito dalla Gelsorosso, 2011 - €15,00. Sintesi anche di una mostra fotografica itinerante, che l’erede di questo certosino e segnato “artigiano dell’immagine” promuove instancabilmente, per celebrarne il senso artistico e la memoria, cercando di valorizzarne nel contempo il patrimonio tramandato.
Accade ai santi di non aver bisogno o di rendere superflua la presenza evanescente di un  compagno celeste. Per questo Gaetano Mastrorilli può essere considerato l’angelo custode “terreno” del santo riconoscibile dall’intenso profumo di fiori. San Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, destinato a diventare il santo di S. Giovanni Rotondo.
Le sue foto e i suoi reportage hanno reso accessibile l’inaccessibile. I suoi album e i suoi documentari sono diventati strumenti efficaci di catechesi e di emozionante evangelizzazione. Il suo è stato un effetto di sequenza fotografica, la cui scomposizione ha dato vita a una sorta di “cinema speculare”, che è arrivato a fare della finestra dei saluti col fazzoletto, la finestrella di proiezione di una storia straordinaria e suggestiva, dalla sceneggiatura senza copione.
Nella discrezione della sua artigianalità (il digitale ai tempi di Padre Pio non esisteva ancora), Gaetano Mastrorilli ha messo a fuoco e realizzato con maestria la missione che, forse inconsapevolmente, era stato chiamato a compiere. Attraverso la testimonianza fotografica diretta, e non più tramite il tratto mediato di un disegno, dar vita al “santino” che esalta l’umana espressione della santità di Padre Pio, per rendere perenne e diffuso il “sollievo della sofferenza”!



(gelormini@katamail.com)

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