07 febbraio 2011

Recensione "La scrittura come meditazione filosofica"

Giuseppe Grasso

LA SCRITTURA COME MEDITAZIONE FILOSOFICA
Tre letture di Proust
Edizioni Solfanelli






Questo libro ripercorre l’epopea proustiana dell’io lungo la corsia preferenziale delle «intermittenze del cuore». Tre sono le tappe affrontate: l’episodio della madeleine, i tre alberi di Hudimesnil e le scintille sensoriali che folgorano il protagonista nel Temps retrouvé. Senza disattendere l’impegno filologico che gli è consono l’autore ci conduce piacevolmente, coadiuvato da Silvia Peronaci per la parte filosofica, lungo le volute della Recherche inerenti alle estasi metacroniche e ne mette in luce la loro natura di meditazione.
Proust era un «maestro di grazia» o anche un «maestro di pensiero»? Solo un letterato o anche un narratore-filosofo? Tra rare gemme poetiche e altrettanto pregiati sigilli spirituali la sua «scrittura» si muove a quote meditative tali che le distinzioni o i giochi di genere si fanno vuoti tecnicismi. Se l’esame di coscienza scritto appartiene alla tradizione filosofica, in quanto è di Proust la coscienza qui in esame, risulta facile concordare con Theodor Adorno, secondo il quale l’opera proustiana dovrebbe essere letta, assai più che i libri di Voltaire e di Anatole France, come un roman philosophique. Quel che conta è che il grande scrittore francese abbia messo in atto una nuova «forma di finzione» in cui coesistono e si sovrappongono «esperienza di pensiero» ed «esperienza di creazione». Ed è per questo che il filosofare, in lui, assume svariati modi espressivi.
Queste «letture» dalla Recherche — presentate da Gianluca Valle — sono accompagnate da un saggio molto utile di Anne Simon sulla ricezione di Proust nell’ermeneutica filosofica del Novecento francese. Di esse ne riesce un’analisi morbida e concentrata, disponibile a farsi plasmare dalla complessità tematico/strutturale dei brani ma non a cedere a quel riduzionismo feticistico cui taluni episodi relativi alla «memoria involontaria» sono più volte stati costretti.




Giuseppe Grasso, docente di Lingua e Letteratura Francese, filologo, traduttore e pubblicista, ha curato nel 1990, insieme con Paolo Pinto, la prima edizione italiana di "Alla ricerca del tempo perduto" condotta sul testo critico stabilito da Jean-Yves Tadié, apparsa presso le edizioni Newton Compton. È stato per oltre vent’anni uno dei critici letterari — e lo specialista per la disciplina che insegna — presso il quotidiano “Il Popolo” di Roma, divenuto poi, nel 2003, “Europa”, il quale ne ha assorbito parte della redazione e molti collaboratori.

Giuseppe Grasso


LA SCRITTURA COME MEDITAZIONE FILOSOFICA


Tre letture di Proust


Edizioni Solfanelli


[ISBN-978-88-7497-702-4]


Pagg. 160 - € 12,00






http://www.edizionisolfanelli.it/lascritturacomemeditazionefilosofica.htm

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