30 gennaio 2010

Il suono di mille silenzi

IL SUONO DI MILLE SILENZI di Emma La spina
© 2009 Edizioni Piemme S.p.A.
ISBN 8856602504 Pag. 201 € 15,50





Leggendo questo libro, scritto in modo nudo e crudo dalla protagonista, si rimane agghiacciati.
I fatti reali sono sempre più tremendi di quanto un abile scrittore riesca a fare, inventandosi, magari, un romanzo horror.
Quando, poi, la realtà tocca i bambini, il malessere che ci pervade non trovo abbastanza spazio da cui urlare la sua angoscia.
La madre di Emma, che lei ha visto solo in poche occasioni, ha messo al mondo e abbandonato undici figli; lei è la decima.
“Il suono di mille silenzi” è la testimonianza della sua vita, dai tre anni, dei quali ha vaghi ricordi, fino ai diciotto, passati in diversi istituti.
È la sua storia, ma anche quella delle persone che, come lei, hanno avuto il suo stesso destino.
I collegi in cui ha vissuto erano tutti gestiti da suore, ma leggendo quanto Emma afferma, ci si domanda quale Dio abbiano sposato queste religiose. Infliggono ai bambini punizioni corporali e psicologiche terribili. A tratti mi è parso quasi di leggere un libro sui lager nazisti, piuttosto che quello su un orfanotrofio.
La crudeltà di queste donne raggiunge limiti incredibili, sconfinando nella vera e propria disumanità.
Ma queste bambine non solo devono subire ogni sorta di angheria all’interno degli istituti; infatti, durante le vacanze estive vengono messe a servizio in famiglie agiate, come serve. E pure qui, gli uomini, approfittando della solitudine, della disperazione, dell’ignoranza di queste ragazzine, ne abusano, certi del loro silenzio.
Emma tenta di denunciare questi soprusi, ma al posto di essere difesa, di nuovo tocca a lei pagare il prezzo di quanto accaduto, con altre punizioni che paiono solo torture.
Dice Emma: “Ho scritto tutto questo per le mie compagne, che ancora vivono nel profondo timore di parlare delle loro sofferenze, quasi ne siano state le carnefici e non le vittime. Ho scritto tutto questo per spalancare porte che per troppo tempo sono rimaste chiuse, per illuminare camere buie, per far crollare muri cementati con l’indifferenza e l’ipocrisia. Ma soprattutto, ho scritto tutto questo perché non sono mai riuscita a urlarlo prima. Sono una delle mille bambine in silenzio nelle grandi stanze di un istituto”.
Un libro sofferto e che ferisce; ma che vale la pena leggere come atto dovuto a chi non lo ha solo scritto: purtroppo, lo ha vissuto.






© Miriam Ballerini

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