27 giugno 2008

"Duma Key" di Stephen King

DUMA KEY Stephen King
© 2008 Sperling & Kupfer Editori S.p. A. ISBN 978-88-200-4506-7 86-I-08
€ 19,90 pag. 743

Duma Key è un’isola della Florida, e Edgar Freemantle ci arriva deciso a ricominciare, dopo una dura batosta ricevuta dalla vita.
Sposato con Pam, con due figlie, Edgar era un costruttore, fino a quando una gru non gli cade sull’auto e gli trancia il braccio destro.
Dura è la riabilitazione e ancora più dura è continuare quando Pam, sua moglie, gli comunica la sua decisione: vuole divorziare da lui, perché Edgar è diventato un’altra persona. Ha tentato di strangolarla e lei ne ha paura.
Certo, Edgar non riesce a controllare la sua ira, quando non gli escono le parole giuste, quando in un discorso dice una cosa per l’altra. Il suo terapista arriva a consigliargli di scaricare la sua rabbia su una stupida bambola di stoffa. Eppure, funziona.
Solo che è troppo tardi. Il suo matrimonio è sfasciato e lui decide di partire, di ritirarsi su quell’isola che pare averlo chiamato da un depliant.
Così si trasferisce in quella villetta sull’oceano, dove la notte sente le conchiglie bisbigliare nell’alta marea, sotto la casa.
Unico ospite dell’isola, insieme a un signore che scorge solo da lontano sulla spiaggia. Ogni giorno, per riabilitare anche l’anca che è stata duramente compromessa, cammina qualche passo in più, avvicinandosi sempre di più alla sdraio su cui siede quel signore che cordialmente lo invita a bere un the ghiacciato con lui. Edgar gli urla che accetterà solo quando riuscirà ad arrivarci con le sue gambe. E quel giorno, finalmente, arriva. Conosce Wireman, ex avvocato, ora badante della signorina Eastlake, proprietaria dell’intera Duma Key, e malata di alzheimer.
Un’amicizia che si consoliderà pagina dopo pagina, e che salverà la vita ad entrambi.
Edgar inizia a disegnare, glielo impone quel braccio mancante che prude, lo assilla con la sua presenza invisibile. Dipinge tanto e così bene da diventare in breve tempo un artista ricercato.
Ma non è lui il solo a dipingere, ben altro è a guidargli la mano. La signorina Eastlake lo sa, e lo sa anche Wireman.
In questo ultimo lavoro di King troviamo diversi ingredienti: da quelli psicologici di chi subisce un incidente, della rabbia che si prova durante la riabilitazione. Alle strane sensazioni degli arti fantasmi. Chi ha perso un piede sentirà ancora il solletico. E così il personaggio principale sente ancora quel braccio e le unghie della mano che si allungano senza che lui possa tagliarle, perché non esistono.
Si passa quindi al paranormale, ai fantasmi, a fenomeni inspiegabili.
E ancora al forte legame dell’amicizia, ai nostri eroi che insceneranno l’eterna battaglia fra il bene e il male.
E’ scritto in modo maturo, con sempre quell’incoraggiamento a proseguire, a cercare di capire dove lo scrittore voglia arrivare.
A ogni fatto inspiegabile si aggiunge un tassello alla storia presente che spiega quella passata, e ancora tutto si ripete.
Un libro piacevole che per gli amanti del genere e di King, non è assolutamente da perdere.
© Miriam Ballerini
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