16 febbraio 2008

Il silenzio dell'innocenza

IL SILENZIO DELL’INNOCENZA di Somaly Mam
© 2006 Casa editrice Corbaccio s.r.l. Milano Pag. 173 € 13,60

Non ero pronta a leggere quello che ho trovato in questo libro. Quando si pensa alla verità, non la si disegna mai tanto atroce quanto, poi, ci si presenta.
In questo saggio ci sono pagine che vanno al di là dell’orrore, dell’immaginario.
Nelle parole di Somaly Mam troverete ricostruite scene tremende, pagine dure, dolori inesprimibili; ma nonostante questo, vi invito caldamente a leggerlo. Perché certe verità vanno sapute. Se ne deve discutere, bisogna inorridire, passare parola; perché il silenzio, il girarsi dall’altra parte pensando che tanto non ci riguarda, non farebbe che aggiungere un punto in più a favore di persone che dall’ omertà traggono la loro forza.
Somaly Mam è cambogiana e ci narra la sua storia fatta di stupri, violenze, torture. Venduta e rivenduta come schiava del sesso, dolorosamente ne è uscita e ha fondato l’AFESIP, un’associazione non governativa a vocazione internazionale che lotta contro le cause e le conseguenze dello sfruttamento sessuale, con un’attenzione specifica verso le bambine e le adolescenti.
Perché di questo Somaly ci parla: di bambine di cinque o sei anni in su, vendute e violentate. Sfruttate fino a quando l’aids o qualche altra malattia le uccide.
Bambine cambogiane, vietnamite e tailandesi, che vivono in un mondo dove regna il silenzio sull’illecito. Dove le stesse madri, altre donne! le vendono e, una volta sverginate, le ricuciono per farle sembrare ancora pure e guadagnarci ancora.
Si parla di uomini che, lasciati liberi di fare, si permettono di tutto, di tutto. E non solo uomini del luogo, sappiamo bene che dall’Europa partono comitive di uomini per vacanze particolari.
Somaly sta portando avanti la sua battaglia nonostante le minacce di morte scagliate contro di lei e la sua famiglia.
Ringrazia Emma Bonino, la quale ha avuto una parte fondamentale negli aiuti umanitari da ministro in Europa.
Di questo stiamo parlando: “ Al centro vive una ragazza da parecchi anni. Abbiamo condotto delle ricerche per suo conto, ma si rifiuta di stare con la madre: aveva otto anni quando la vendette.
……… In seguito la costrinsero a perdere la verginità; le strofinarono la pelle e la cosparsero di crema schiarente per conferirle una carnagione più appetibile e siccome si rifiutava di sottomettersi a questi trattamenti, la picchiarono diversi giorni di seguito. Dopo essere stata riempita di botte, fu consegnata ai clienti e, una volta avvenuta la deflorazione, la ricucirono naturalmente senza anestesia e la rivendettero a un altro bordello. E così via fino all’età di dieci anni, quando la salvammo
”.
E queste le parole di Somaly: “Scrivo questo libro per due ragioni. Innanzitutto mi rivolgo alle ragazze vittime della prostituzione per dire e mostrare loro che esiste una via d’uscita, che si può venir fuori dall’incubo, porvi fine; anche se la maggior parte non sa leggere, spero che qualcuno riferirà loro la mia testimonianza. In secondo luogo vorrei far capire alle persone che non ne sono direttamente coinvolte che la prostituzione forzata distrugge le ragazze che ne restano vittime, che sono marchiate a vita, che sarà molto difficile per loro, se non impossibile, trovare un giorno la felicità nell’esistenza. Vorrei anche che questo libro fosse un appello lanciato a tutti i governi del mondo, non solo quello della Cambogia, perché s’impegnino di più nella lotta contro allo sfruttamento sessuale delle donne e dei bambini: le vittime sono vittime dappertutto”.
Per chi fosse interessato:
www.afesip.org

© Miriam Ballerini
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