08 ottobre 2007

Franzato ricorda Marceau

di Paolo Franzato

La luna questa notte mi appare più luminosa... forse è Bip che l'accende col suo sorriso e il suo biancore. Ci sono lacrime e dolori che vanno vissuti con intimità e solitudine, e a volte si è gelosi del proprio personale vissuto. Ma quando riguarda incontri con persone che hanno fatto la storia, in questo caso dello spettacolo, riaffiora un compito etico di ricordarli con la giusta dignità. Non essendomi affacciato alle cronache per le perdite di Grotowski, Laura Betti e Arnaldo Picchi, sento ora di doverlo fare per un altro mio Grande Maestro, Marcel Marceau.
Come tutti i grandi Maestri, Marcel lo ritengo un vero e proprio Genitore Culturale che rivive in continuazione lungo il percorso e l'abbraccio è rivolto ai tanti figli/allievi che come me sono sparsi in giro per il mondo. Perché Marcel non è stato solo uno dei più grandi Mimi del pianeta, assoluto Maestro dell'arte pantomimica e del mimodramma, ma è da annoverare tra i Grandi Padri Fondatori del Teatro del Novecento. Non solo: per tutta la sua vita si è dedicato con passione alla trasmissione della sua pedagogia, che a sua volta aveva avuto origine da Etienne Decroux, capostipite di una schiera di rilevanti artisti, da Marceau a Barrault, da Lecoq fino a Lebreton, che dalla Francia sono stati esempio per tutto il mondo. L'emozione di averlo avuto come Maestro nel 1992, fino a quel momento studiato tecnicamente come stile e modello nei vari corsi e sui libri, si è unita alla scoperta di una metodologia fondata sull'Iconografia teatrale. In lui e nei suoi insegnamenti la storia e le opere d'arte figurative universali divenivano gli archetipi per l'arte a sua volta universale del linguaggio corporeo. E lui stesso è divenuto una Icona dell'arte corporea. Ma come accade spesso ai Geni è stato troppo banalmente citato e considerato da teatranti sprovveduti che si riempiono la bocca di maledetti luoghi comuni (come capita anche per Stanislavkij) trascurando le conoscenze scientifiche del teatro (complice una informazione troppo spesso disattenta e incompetente), o addirittura divenuto bersaglio di sarcastiche gag da comici non degni di questa definizione, imprigionando Marcel in sterili cliché che niente hanno a che fare con lo stile e le tecniche da lui impartite. Maestro tanto esigente e severo nella tecnica (quindi generoso) quanto affabile, disponibile e sorridente oltre la lezione. Grazie "de tout coeur" per il tuo insegnamento di grandezza e umiltà. Sei ora nell'Olimpo degli artisti-pedagoghi che hanno riscritto l'arte teatrale nel secolo scorso e nella cui ombra noi allievi ne proseguiamo il cammino. Un'ombra sulla quale grava il peso di una forte eredità culturale ricevuta che abbiamo il compito di veicolare, nella quale con fierezza ci differenziamo dalla luce accecante dell'idiozia dilagante.
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