15 gennaio 2007

In morte di Cino da Pistoia

In morte di Cino da Pistoia*

Piangete, donne, et con voi pianga Amore;
piangete, amanti, per ciascun paese,
poi ch’è morto collui che tutto intese
in farvi, mentre visse, al mondo honore.

Io per me prego il mio acerbo dolore,
non sian da lui le lagrime contese,
et mi sia di sospir’ tanto cortese,
quanto bisogna a disfogare il core.

Piangan le rime anchor, piangano i versi,
perché ‘l nostro amoroso messer Cino
novellamente s’è da noi partito.

Pianga Pistoia, e i citadin perversi
che perduto ànno sì dolce vicino;

et rallegrasi il cielo, ov’ello è gito.

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*il sonetto non ha un titolo originale, ma fa parte del dittico 'In morte' che Francesco Petrarca dedicò a Cino, uno dei più grandi intellettuali contemporanei. Cino, quasi sconosciuto se rapportato al suo spessore, fece parte di quella ristretta rosa di 'notari' che, da una parte all'altra della Penisola, traghettarono la poesia volgare dalla rima primitiva della scuola siciliana fino alle soglie dell'Umanesimo.
Cino morì fra la fine del '36 e l'inizio del '37.
Il sonetto porta il numero 92 nella bella edizione del Canzoniere edita da Mondadori.
(Nella foto: Dante, Cino e Petrarca)

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